Moschea Áziret Sultan

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Moschea Áziret Sultan
StatoBandiera del Kazakistan Kazakistan
LocalitàAstana
Indirizzo48, prospekt Tauelsizdik
Coordinate51°07′30″N 71°28′19.92″E / 51.125°N 71.4722°E51.125; 71.4722
Religioneislamica
ArchitettoSagyndyk Žanbolatov
Stile architettonicoislamico classico
Inizio costruzione29 giugno 2009
Completamento6 luglio 2012
Sito webwww.muslim.kz

La moschea Áziret Sultan (in kazako Әзірет Сұлтан мешіті?, Áziret Sultan meshiti; in russo мечеть Хазрет Султан?, mečet' Chazret Sultan) – nota anche come moschea Hazrat Sultan[1] – è un edificio di culto musulmano situato ad Astana, capitale del Kazakistan[2].

Realizzata su progetto dell'architetto Sagyndyk Žanbolatov[3] e dedicata a Khwaja Ahmad Yasavi[4], all'inaugurazione – avvenuta nel 2012 – era la seconda più grande moschea di tutta l'Asia centrale[5] e rimase la più grande della nazione sino al 2022[6].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il cantiere nel 2011.

La costruzione della moschea è considerata una delle tappe del processo di rinascita culturale e religiosa avvenuto nella moderna storia del Kazakistan in seguito alla dissoluzione dell'Unione Sovietica, che per decenni aveva applicato le proprie politiche repressive nei confronti della religione[7]. Il nome dell'edificio è traducibile in moschea del "Sultano Sacro" – epiteto riferito al poeta e mistico Khwaja Ahmad Yasavi vissuto nel XII secolo nel territorio dell'odierno Kazakistan[7] – e fu suggerito dall'allora presidente Nursultan Nazarbaev[8].

Il progetto venne affidato al capo progettista cittadino in carica, l'architetto locale Sagyndyk Žanbolatov autore di numerose altre opere nella metropoli[3][9], che redasse due progetti: uno in stile classico (quello effettivamente realizzato) ed uno in stile moderno[10]. Il compito della costruzione fu assegnato all'impresa edile turca Sembol İnşaat[11]. I lavori presero avvio nel 2009 – il 29 giugno si tenne la cerimonia per la posa di una capsula del tempo – e avrebbero dovuto concludersi a dicembre 2011, ma subirono dei ritardi che causarono lo slittamento del completamento dell'opera[12]. Il cantiere vide coinvolti contemporaneamente fino a 1 500 operai[5] ed il 15 gennaio 2012 venne interessato da un incendio, causato dall'utilizzo di un saldatore su del poliuretano[12], che provocò un morto tra i lavoratori[13].

L'inaugurazione dell'edificio avvenne il 6 luglio 2012, nel giorno del compleanno del presidente Nazarbaev[13], che durante la cerimonia presentò una copia del Corano in argento[8] destinata ad essere lì custodita[14]. La moschea era a quella data la seconda più grande dell'Asia centrale dopo la moschea Turkmenbashi Ruhy di Gypjak, in Turkmenistan[5]; venne successivamente superata per dimensione anche dalla moschea centrale Imam Sarakhsi di Biškek – in Kirghizistan[15] – e dalla moschea centrale di Dušanbe, in Tagikistan[16]. Nel 2022 venne superata per dimensioni da una nuova moschea costruita nella stessa capitale kazaka[6].

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

La sala principale.

La moschea – includendo le aree esterne – occupa un'area di 11 ha ubicata sulla riva destra del fiume Išim, in una parte della città ricca di edifici pubblici culturalmente significativi[12] come il limitrofo Palazzo della Pace e della Riconciliazione[17]. È costruita con materiali provenienti da 11 diverse nazioni[14] in stile islamico classico, arricchito da ornamenti ed elementi decorativi della tradizione kazaka[7].

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio è costruito in marmo[17], ha una superficie di 17700 [4] ed è dotato di quattro minareti appuntiti in stile turco-tataro[10] alti 77 m ciascuno e nove cupole innalzate sul corpo centrale: quella principale di 28,1 m di diametro e 51 m di altezza, quattro cupole di 10,45 m di diametro e 33,46 m di altezza ed ulteriori quattro di 7,6 m di diametro e 25,25 m di altezza[5]. La cupola principale è sormontata da un pinnacolo decorato da una mezzaluna dorata rivolta verso La Mecca[18], mentre la facciata è decorata con ornamenti tradizionali kazaki[17]. Tutte le cupole – inclusa una decima cupola che sormonta un cortile coperto[14]  – sono di colore bianco: l'architetto Žanbolatov ha dichiarato di essersi ispirato per il colore a quelle del Taj Mahal[10]. Il progettista ha altresì spiegato di aver creato l'illusione ottica per cui la costruzione appare bianca da lontano mentre se ne può apprezzare la policromia solamente da vicino[17] traendo ispirazione da simili fenomeni cromatici che avvengono nella steppa del Kazakistan[10], bioma caratteristico della nazione[19].

L'area all'esterno della moschea presenta nelle adiacenze dell'ingresso principale una pavimentazione in granito bianco e nero raffigurante una decorazione tradizionale kazaka e – più distanti – delle aiuole floreali[17], cinque fontane e un parcheggio con 745 posti auto[5]. L'illuminazione esterna è progettata con funzionalità decorativa oltre che pratica[5]: nelle ore notturne proietta sull'intero edificio luce di colore bianco[18].

Interno[modifica | modifica wikitesto]

La moschea permette di accogliere contemporaneamente fino a 10 000 fedeli e comprende un cortile coperto decorato da una fontana in marmo[17] oltre a sale dedicate alle abluzioni, alla celebrazione dei matrimoni, alla recitazione del Corano ed ai sermoni[4]. La sala principale è di aspetto orientalista[17]: presenta un lampadario in cristallo e ottone dal peso di tre tonnellate[14] proveniente dalla Turchia[12], 26[14] colonne in marmo bianco[17] e tappeti in tonalità blu[18]. Le pareti riportano i nomi dei profeti[20], āyāt dal Corano e frasi attribuite a Maometto[7], mentre la volta della cupola principale è rivestita da ornamenti in stile tradizionale kazako[14].

Ai livelli superiori sono situate la sala di preghiera per gli uomini – primo piano, capienza 4 000 persone – e quella per le donne, avente capienza di 1 000 persone e sita al secondo piano[5] dove si trovano anche l'ufficio dell'imam ed uno studio televisivo per la registrazione di programmi religiosi[3][14]. Nell'edificio è inoltre presente una sala per la ristorazione che serve cibo ḥalāl[17], con capienza massima di 500 persone[14].

Copie del Corano[modifica | modifica wikitesto]

Un esempio di Corano di ʿUthmān: la moschea custodisce copia in argento di quello di San Pietroburgo.

La moschea custodisce due copie del Corano di interesse storico-artistico: una risalente al XII secolo[14], l'altra realizzata in materiale prezioso[8].

Corano del XII secolo[modifica | modifica wikitesto]

Il Corano del XII secolo esposto nella moschea pesa 40 kg, fu realizzato da Adil Haýa ibn Mýnir ibn Ǵibadýllah[14] e portato nell'odierno Turkistan da Tamerlano nel XIV secolo[20]. La zona era al tempo ricompresa tra i confini dell'impero timuride e lo stesso condottiero morì ad Otrar, una città dell'area[21].

Corano d'argento[modifica | modifica wikitesto]

Il Corano d'argento (in kazako Күміс Құран?, Kúmis Kuran, in russo Серебряный Коран?, Serebrjanyj Koran) è una copia di uno dei Corani di ʿUthmān realizzata in argento puro al 99,9% dalla zecca di Mosca, in Russia, nel 2010[8]. Secondo l'islamistica nel VII secolo il califfo ʿUthmān fece realizzare diverse stesure originali del Corano[22], una delle quali è custodita presso l'Accademia russa delle scienze di San Pietroburgo e – composta da 81 pagine[23] – è stata utilizzata quale base per effettuare la copia argentea[24].

La copia in argento venne presentata dall'allora presidente Nazarbaev in occasione dell'inaugurazione della moschea[8]: è stata realizzata in 3D[25] su 162 fogli (ogni foglio contiene la metà di una pagina del manoscritto custodito a San Pietroburgo[14]) e successivamente replicata dalla stessa zecca di Mosca in ulteriori esemplari[24].

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Anna Kaminski, Asia centrale, Lonely Planet, 2018, p. 371, ISBN 9788859246039.
  2. ^ (EN) Campus: Life at NU, su edu. URL consultato il 31 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2021).
  3. ^ a b c (RU) В чем уникальность мечети Хазрет Султан – фото невероятной красоты, su Sputnik, 10 ottobre 2018. URL consultato il 30 dicembre 2021.
  4. ^ a b c (EN) Hazret Sultan Mosque presents updated website, su astanatimes, 21 maggio 2018. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  5. ^ a b c d e f g (EN) «Hazrat Sultan» Mosque, su visitnursultan. URL consultato il 30 dicembre 2021.
  6. ^ a b (EN) New mosque inaugurated in Nur-Sultan among world’s 10 largest, in Kazinform, 12 agosto 2022. URL consultato il 27 agosto 2022.
  7. ^ a b c d (EN) Richard Weitz, Holy Sultan Mosque Marks Kazakhstan’s Muslim Revival, su jamestown, 17 agosto 2012. URL consultato il 30 dicembre 2021.
  8. ^ a b c d e (EN) Hazrat Sultan Mosque Launches Online, 3D Tour, su astanatimes, 29 marzo 2016. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  9. ^ (RU) Ирина Галат, 10 современных казахстанских архитекторов, su zakon. URL consultato il 30 dicembre 2021.
  10. ^ a b c d (RU) Aigul Mukhambetova, Президент и его команда дали нам свободу – архитектор о проектировании Астаны, su baigenews, 22 giugno 2018. URL consultato il 30 dicembre 2021.
  11. ^ (EN) Kazakhstan inaugurates turkish-made largest mosque, su islam, 6 luglio 2012. URL consultato il 31 dicembre 2021.
  12. ^ a b c d (RU) мечеть «Хазрет Султан» (Астана, Казахстан), su mahalla1, 4 maggio 2014. URL consultato il 30 dicembre 2021.
  13. ^ a b (EN) Central Asia's Largest Mosque Opens In Kazakhstan, su rferl, 6 luglio 2012. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  14. ^ a b c d e f g h i j k (KK) Мешіт тынысы, su muslim. URL consultato il 30 dicembre 2021.
  15. ^ (EN) Erdoğan inaugurates Central Asia's largest mosque in Kyrgyzstan, su dailysabah, 2 settembre 2018. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  16. ^ (EN) Biggest Mosque in Central Asia to Be Inaugurated in Tajikistan, su iqna, 3 febbraio 2020. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  17. ^ a b c d e f g h i (EN) Hazrat Sultan Mosque, su centralasia-travel. URL consultato il 30 dicembre 2021.
  18. ^ a b c (RU) Красивая мечеть Хазрет Султан в Астане. Самые красивые мечети в мире, su autogear. URL consultato il 30 dicembre 2021.
  19. ^ Anna Maria Arnesano, Kazakistan, steppe sconfinate, su emotionsmagazione, 6 luglio 2013. URL consultato il 30 dicembre 2021.
  20. ^ a b (RU) О мечети, su muslim. URL consultato il 30 dicembre 2021.
  21. ^ Tamerlano, su Enciclopedia Treccani. URL consultato il 30 dicembre 2021.
  22. ^ (EN) The Qur'anic Manuscripts, su islamic-awareness. URL consultato il 30 dicembre 2021.
  23. ^ (EN) Yefim Rezvan, From Samarkhand to St. Petersburg: Journey of the Osman's Koran, su rbth, 6 novembre 2015. URL consultato il 30 dicembre 2021.
  24. ^ a b (RU) Исламские новости, su islam-portal, 17 aprile 2014. URL consultato il 30 dicembre 2021.
  25. ^ (EN) Exhibition ‘Mecca on silver stamps of Moscow mint’, su qazaqtv, 8 aprile 2016. URL consultato il 30 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2021).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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